Per Federalimentare e Coldiretti è allarme ulteriori rincari su pasta e prodotti a base cereali
Un possibile incremento del prezzo di pasta e di tutti gli altri prodotti a base cereali del 10%: è questo l’allarme dato da Federalimentari e Coldiretti, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un eventuale aumento che si aggiunge al rialzo del 10% che già era avvenuto alla fine dello scorso anno. Rincari energetici, aumento del gas e sciopero dei traportatori: le importanti ripercussioni sui prezzi hanno come causa diversi fattori.
Listini dei cereali al massimo: forniture a rischio
L’invasione Russa in Ucraina sta spingendo le quotazioni dei cereali a livelli così alti che non si vedevano dalla primavera del 2008. L’industria nazionale è deficitaria per il 64% del fabbisogno di grano tenero e il grado di autoapprovvigionamento del mais è sceso in 10 anni dal 79% al 53% (dati Ismea). L’Ucraina è il terzo esportatore di cereali a livello globale e secondo fornitore di mais dell’Italia: fornisce una quota del 20% a un settore estremamente importante come quello della mangimistica.
Sanzioni e filiera agroalimentare: i rischi
Non preoccupano solo l’aumento dei prezzi e la mancanza di forniture, ma anche gli effetti potenziali delle sanzioni sul mercato agroalimentare italiano. La Russia, non solo è tra i principali fornitori di materie prime per la produzione di fertilizzanti. Tra i prodotti colpiti nel 2014 dall’embargo russo anche una lunga lista di eccellenze Made In Italy (il blocco dell’import era costato all’Italia secondo Coldiretti 1,5 miliardi di mancato export). “Non è da escludere un’ulteriore stretta da parte di Mosca – ha commentato Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, delle importazioni di prodotti agroalimentari Ue, attestate a circa 7 miliardi di euro nel 2020”.