L’attuale condizione fra Russia e Ucraina non dovrebbe creare problemi di approvvigionamento per la pasta e neanche per il pane e i biscotti, visto che le importazioni di grano dai due Paesi sono marginali. L’export russo di cereali è destinato soprattutto a Egitto, Tunisia, Turchia, alcuni paesi asiatici e africani, mentre le necessità italiane sono assicurate da Paesi dell’Ue.
Gli aumenti di prezzo sono iniziati diversi mesi fa e riguardano i costi energetici registrati all’interno delle filiere, quelli concernenti i trasporti e il mercato globale dove i listini all’ingrosso aumentano per la minor presenza di materia prima. A queste ragioni si poi è aggiunta di recente la questione dei fertilizzanti e dell’olio di girasole, visto che la Russia e per l’olio l’Ucraina, sono importanti produttori a livello mondiale.