Che serpeggi una preoccupazione generale sul caro energia è un dato di fatto. La situazione a cui si va incontro, specie con l’incombere di stagioni più fredde, tiene in apprensione molti settori dell’economia nazionale. Non fa eccezione il settore agroalimentare, che peraltro ha già fatto i conti con l’aumento dei prezzi e la relativa contrazione nella produzione del grano duro.
Tutto il comparto della pasta cerca quindi delle risposte immediate a questa situazione, per evitare pesanti ricadute anche in termini di costi per i consumatori finali.
“L’obiettivo in questa fase è resistere”. Esordisce così in un’intervista Riccardo Felicetti, Amministratore delegato del Pastificio Felicetti. ”La crescita dei costi per l’energia- che sta raggiungendo l’apice, con punte che sfiorano il +400% – rientra in un quadro di aumenti generalizzati che negli ultimi 2 mesi ha coinvolto materie prime e servizi. Solo per dare qualche numero dal nostro osservatorio: da un anno a questa parte il prezzo della semola di grano duro ha registrato un +90%, gli ovoprodotti il +50%, per non parlare dei trasporti via terra e via mare, che sono cresciuti rispettivamente del 30% e del 300 per cento”.
Il rischio concreto, secondo Felicetti, è quello di dover rivedere i listini “finché la tempesta non si sarà placata”.
Quale la possibile soluzione?
Secondo Felicetti sarebbe prezioso un intervento in termini di chiarezza, nel dare informazioni da fonte autorevole a tutti gli attori della filiera e ai consumatori. “Inoltre, -conclude l’Ad del Pastificio Felicetti- credo che non siano più procrastinabili una maggiore determinazione nell’attuare politiche di ampio respiro in materia di energia e agevolazioni di natura fiscale alle imprese, per consentirci di mantenere competitività sui mercati domestici e internazionali facendo fronte a una voce di spesa – quella per l’approvvigionamento energetico – che per imprese come la nostra è ormai seconda solo a quelle per il personale o per la materia prima”.