Che ci attendesse un autunno “caldo” in termini di rincari era ormai evidente. Tra crisi energetica e inflazione record, bisogna prepararsi a convivere con il caro vita nei prossimi mesi. Non è certo esente dall’aumento dei costi anche il settore agroalimentare: pasta, pane, latte, olio, carne: tutto in questi giorni sta facendo registrare un aumento di prezzo per i consumatori finali.
Ma quali sono le città in cui l’aumento dei costi è stato maggiore? Per quanto riguarda la pasta troviamo al primo posto Cagliari, dove un chilo di pasta ha toccato i 2,25 euro, seguita da Roma con 2,15 euro al chilo.
L’industria molitoria resta comunque molto florida e con lo sguardo teso verso ricerca, innovazione e sostenibilità. Temi che rappresentano la seria volontà di crescita di un settore in continua espansione ed evoluzione.
Ma torniamo per un attimo ai dati. Secondo l’Istat la pasta ha subito un aumento di circa il 22% nel mese di agosto, un numero comunque inferiore ad esempio a quello dell’olio (oltre il 60%) o del burro (circa il 40%).
D’altra parte va detto che la pasta è da sempre considerata la regina della tavola per gli italiani. Un alimento sano, equilibrato, gustoso. Un perno essenziale della dieta mediterranea, qualcosa di davvero irrinunciabile, se si pensa che nel nostro paese il consumo pro-capite di pasta è di circa 24 chilogrammi annui. Ma la pasta è anche un alimento completo, universale (oltre il 90% degli italiani dichiara di farne abituale consumo), indispensabile per le famiglie italiane. Il miglior compromesso possibile tra qualità e prezzo: con un chilo di pasta infatti si sfamano anche famiglie molto numerose, per cui un piccolo rincaro non spaventerà certo gli italiani in questa fase. Sperando che arrivino presto tempi migliori.
