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Gli imbuti ottengono la Deco e puntano alla produzione su larga scala

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La denominazione di origine comunale (Deco) per la pasta “imbutini” rappresenta il salto in avanti verso la produzione su scala industriale e verso un piano di investimenti per produrre energie rinnovabili che abbattano significativamente i costi industriali. Queste sono le novità dell’azienda bolognese Sapori in Forma con sede ad Argelato, nell’hinterland del capoluogo emiliano. Si tratta
dell’azienda che ha realizzato e brevettato la prima macchina in grado di produrre la nuova forma di pasta denominata “imbutini”, la cui storia è tutta bolognese. Questo formato, infatti, è nato
per caso dallo “sbuzzo” (intuizione, in dialetto bolognese) di una signora di Ozzano, in provincia di Bologna, Flavia Valentini, la quale, giocando in cucina con un’antica rotella impiegata
nel secolo scorso per preparare le forme dei tortellini, ha inventato questo nuova pasta dalla forma caratteristica che ha la prerogativa di raccogliere nella sua parte concava il condimento. Oggi, questa storia, dopo un primo step rivolto alle produzioni artigianali su piccola scala, si apre a una nuova avventura industriale.

Da prodotto artigianale a prodotto industriale

L’azienda Sapori in Forma ha realizzato un paio di anni fa una prima macchina – ideale per un piccolo laboratorio artigianale – in grado di produrre circa 40/45 kg di imbutini all’ora. Successivamente, ne ha realizzata una con capacità superiore da 75 kg/h. Oggi, sta ora per collaudare un modello produttivo rivolto alla produzione i ndustriale. “Grazie alla recentissima collaborazione con Pasta Technologies Group Srl della provincia di Padova – spiega a Pasta&Pastai, Luca Tommasi, titolare di Sapori in Forma – stiamo lavorando a un macchinario che avrà una
capacità produttiva di imbutini, dai 150 kg/h in su. La macchina, basata sulla tecnologia sviluppata internamente e denominata Interproject, lavora qualsiasi tipo di sfarinato per cui, attualmente, si possono realizzare prodotti con la pasta all’uovo, integrale o di sola semola. Se i clienti lo richiederanno, potrebbe essere preparata anche con farina di grillo. Entro il primo semestre di quest’anno dovrebbe vedere la luce il primo prototipo industriale di ‘formatrice di imbutini’, questo il nome della macchina, che darà il via ai test per la produzione su larga scala”.
L’azienda era presente a Cibus Connecting 2023, in programma a Fiere di Parma dal 29 al 30 marzo scorso per due principali obiettivi. 

 

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