La sostenibilità è ancora un concetto poco chiaro, percepito soprattutto in riferimento a tematiche ambientali e non viene associato ad aspetti sociali e di “governance”: è quanto emerge da un’indagine di Molino Rachello presso i propri stakeholders e riportata a commento del primo bilancio di sostenibilità dell’azienda molitoria con sede a Musestre, nel trevigiano.
“Sono 10 gli obbiettivi e 17 i target, che validano le azioni da noi finora intraprese per garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” dichiara Gabriele Rachello, Direttore Generale del Molino, giunto alla sesta generazione.
Il bilancio è articolato in tre “impegni” per consapevolezza alimentare, ambiente e persone: per ognuno vengono presentate le scelte fin qui messe in atto, nonché indicati gli orizzonti ed i traguardi, che l’azienda vuole raggiungere.
Molino Rachello fattura annualmente 31 milioni di euro e macina circa 52.000 tonnellate di grano (di cui 8.000 bio), da cui ne ricava 40.000 di farina; il 97% del mercato è nazionale con preponderanza del Triveneto: il 53% della produzione è destinata all’industria alimentare, il 31% al comparto artigiano, 8% ai distributori, il 5% alla Grande Distribuzione Organizzata e ai suoi panifici; la linea “Oasi Rachello”, composta da farine di cereali italiani con filiera certificata e controllata, rappresenta al momento circa il 10% del volume e si rivolge sia al canale professionale che a quello del consumatore finale attraverso i supermercati e la vendita on-line.
I valori affermati sono quelli di sicurezza e trasparenza, tracciabilità e controllo di filiera, innovazione e ricerca (trasmissione di competenze e “know how”), digitalizzazione (ottimizzazione dell’efficienza produttiva), nutrizione sana (incentivazione di metodi colturali naturali e biologici, nonché organizzazione di momenti informativi, indirizzati all’opinione pubblica).
Sono varie le certificazioni internazionali di processo e prodotto, che testimoniano l’impegno aziendale verso la sicurezza alimentare: dalle ISO 22005 e 9001 (rintracciabilità della filiera e qualità dei processi interni) alla IFS (International Food Standard) per il rispetto di vincoli e requisiti su qualità e sicurezza dei prodotti alimentari.
“Si tratta di una scelta etica e volontaria, perché vogliamo misurare, rendicontare e monitorare le attività e i progetti collegati alle tematiche ESG, valorizzando il nostro contributo all’Agenda ONU 2030; questo primo bilancio di sostenibilità – conclude Gabriele Rachello – rappresenta un punto di partenza importante, perché ci permette di prendere piena consapevolezza dell’impatto delle nostre scelte sull’ambiente.
Il nostro impegno è rivolto al miglioramento continuo, al cambiamento e all’innovazione, perché vogliamo essere riconosciuti come azienda affidabile, credibile e soprattutto sostenibile”.