Positivi tutti i distretti della filiera, a eccezione di quello del vino in lieve difficoltà
La ricca e variegata tradizione agroalimentare italiana ha portato alla formazione di realtà locali caratterizzate dalla presenza di molti prodotti tipici. Allo scopo di rappresentare tali realtà, la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – uno dei principali centri di ricerca economica e finanziaria del Paese – ha identificato 50 distretti agroalimentari: zone geografiche specializzate nella coltivazione e trasformazione di prodotti agricoli e alimentari, contraddistinte da una buona propensione all’export, distribuite lungo l’intera Penisola.
I trend di crescita
Prosegue anche nel primo trimestre del 2021 il trend di crescita che ha caratterizzato l’export distrettuale agro-alimentare nel 2020. Dopo aver chiuso l’anno segnato dalla pandemia con una crescita del 3,5%, i primi tre mesi del 2021 registrano un ulteriore +1,9% tendenziale, raggiungendo la quota di quasi 5,3 miliardi di euro di esportazioni. La dinamica è in linea con l’andamento del totale delle esportazioni agro-alimentari italiane (+2,2% nel periodo gennaio-marzo 2021) di cui i distretti rappresentano il 46% in termini di valori esportati. L’analisi per filiera fa emergere tuttavia alcune dinamiche differenti.
L’analisi dei distretti
È soprattutto la filiera dei distretti agricoli a registrare una forte accelerazione delle esportazioni nel primo trimestre del 2021, con una crescita tendenziale del 19,2%, che segue il buon risultato del 2020 (+6,2%). Positivi tutti i distretti della filiera, in particolare si distingue l’ortofrutta romagnola (+23,4%), che riprende fiato dopo un 2019 funestato dalla cimice asiatica e una primavera 2020 caratterizzata da gelate e siccità. Viaggia ancora su livelli record la filiera della pasta e dolci, dopo un ottimo 2020 (+9,6%) assestandosi su oltre 810 milioni di euro di esportazioni nel primo trimestre del 2021 (+0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Partenza sprint per i dolci di Alba e Cuneo (+8,2%) che aveva chiuso in leggera contrazione il 2020 (-1,2%); crescita a due cifre per dolci e pasta veronesi (+13,4%), in incremento anche olio e pasta del barese (+7,8%). Fisiologico regresso per i comparti pasta e dolci dell’alimentare di Parma (-5,4%), dell’alimentare napoletano (-16,9%), dell’alimentare di Avellino (-4,8%) e per la pasta di Fara (-2,3%), tutti distretti che avevano chiuso il 2020 con forti incrementi delle esportazioni.
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