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Frumento duro: in Nord America produzione bassa e aumento dei prezzi

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Le carenze di produzione in Nord America  guidano il forte aumento dei prezzi del frumento duro

I primi due mesi della campagna commerciale 2021/22 sono stati all’insegna di rapidi e consistenti aumenti dei prezzi su tutte sulle principali piazze di riferimento internazionali. Il mercato, dipendente per quanto riguarda l’offerta in misura predominate dal Nord America, si è attivato non appena le prospettive produttive in Canada e Stati Uniti sono apparse prima preoccupanti e successivamente compromesse, definendo prezzi di apertura della nuova campagna superiori a quelli di giugno, ultimo mese della 2020/21. Nel corso di quest’ultima le quotazioni avevano registrato una prima fase di calo tra luglio e settembre in concomitanza con l’arrivo dei nuovi raccolti in Canada e Usa, più abbondanti nel loro totale rispetto al 2019 per circa il +31%.  Tuttavia, il bilancio in deficit a livello globale determinato dal calo delle scorte inziali pari al -17% aveva presto invertito il trend dei prezzi, mantenendolo sostanzialmente in crescita fino attorno alla metà del primo trimestre 2021. Da quel momento sia i venditori sia i compratori hanno iniziato a traguardare le prospettive per la campagna successiva e il mercato è entrato in una breve fase di stabilità. Gli sviluppi durante i mesi successivi in alcune delle aree fondamentali hanno progressivamente modificato il quadro atteso fino a un radicale ribaltamento delle stime di bilancio mondiale passato nelle revisioni tra giugno e luglio dalla condizione di surplus a quella di deficit, così come avvenuto nelle due campagne precedenti e – addirittura – in misura più marcata. In particolare:

In Europa, con le semine invernali ormai completate, le primissime anticipazioni pubblicate a gennaio dalla Commissione e altre fonti private collocavano la produzione prevista attorno a 8,2 milioni di tonnellate, in sensibile aumento rispetto al 2020 (+14%). Tuttavia le successive revisioni in calo del dato di superfici seminate – pur confermate in aumento rispetto all’anno precedente – e l’andamento meteorologico dei mesi successivi con gelate ad aprile in Francia e Italia, siccità a maggio in Spagna e piogge durante la raccolta in Francia, hanno progressivamente ridotto il potenziale produttivo fino alla stima corrente attorno a 7,7 milioni di tonnellate. Il panorama nell’area mediterranea – quello di domanda – evidenzia quindi a oggi un maggior fabbisogno di importazione rispetto a quanto prospettato inizialmente, vedendo confermato solo il recupero produttivo in Marocco, dopo due anni consecutive di grave siccità e scarsi raccolti.

In Nord America, le scelte di semina primaverile sono state da subito fortemente influenzate dai prezzi storicamente alti delle altre colture in competizione per gli ettari. Negli Stati Uniti mais e soia hanno principalmente determinato le perdite di ettari destinate a frumento duro che Usda ha prima previsto pari a -9% (Prospective Plantings di marzo) e, successivamente a fine giugno, aggiornato a -12%. In Canada, le proiezioni di Aafc e Statistics Canada sono addirittura progressivamente passate da incrementi attesi pari al +5% pubblicati a inizio anno fino all’attuale calo del -3% a vantaggio di colza (Canola) e orzo.

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