Il mito di Demetra ci porta dritto alle origini del mondo e dell’agricoltura. Demetra – la dea madre dei Greci – dea della fertilità del suolo, sposa a Zeus, gli aveva dato la bellissima Persefone. A sua insaputa, il padre l’aveva promessa in sposa, ancora bambina, ad Ade, dio degli inferi e dell’oltretomba. Divenuta giovinetta, mentre Persefone stava cogliendo fiori in un prato assieme alle figlie di
Oceano, la terra si aprì e ne emerse Ade sul suo carro trainato da destrieri blu, che in un attimo la afferrò, trascinandola con sé nel regno delle ombre. Alla notizia della sua scomparsa, Demetra,
impazzita dal dolore, cominciò a cercarla per tutta la terra, vagando con due torce accese in mano e rifiutando di mangiare e di lavarsi, al pari di Persefone confinata agli inferi lontano dalla madre.
Ben presto le piante inaridirono, gli animali persero vigore e gli uomini morirono progressivamente. Dopo un lungo vagare Demetra incontrò Ecate, dea della terra, che le rivelò il rapimento cui aveva assistito e la portò da Elio, dio del sole, dal quale apprese che la figlia era ora la sovrana del più grande regno che esistesse. Ma Demetra non si diede pace e solo dopo l’intervento di Zeus, che concesse a Persefone di fare ritorno sulla terra per sei mesi l’anno, la natura ricominciò a germogliare, dando così vita all’alternanza delle stagioni. I romani identificarono Demetra con Cerere, dea delle messi, ma sin dai tempi più antichi fu equiparata alla dea frigia Cibele e alla dea egiziana Iside. Infatti la coltivazione del grano in tutta l’area medio-orientale era protetta da una specifica divinità.
Nel grande arazzo di manifattura fiamminga del XVIII secolo riprodotto all’inizio del percorso del Museo della Pasta, alla Corte di Giarola, presso Collecchio (Pr) (Foto 1) si vede il giovane
Trittolemo, aiutante della dea, che, sceso dal suo carro, offre alla statua di Demetra, posta su un colle e circondata da alberi, la primizia del raccolto, un covone appena mietuto dai contadini,
che stanno lavorando nella campagna, ricca di messi a perdita d’occhio. In quel momento la dea in persona appare su una nube al giovane: reca una corona di spighe sul capo e lo invita a diffondere la coltivazione del grano nel mondo. Questa, secondo il mito, l’origine dei cereali.
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