Il prezzo del grano tenero aumenta di 6 euro a tonnellata. Il mais rimane stabile
Sembra fermarsi, almeno momentaneamente la corsa al rialzo del mais, mentre si registrano incrementi sia per il grano tenero (+1,5%) che per il grano duro (+2%), dopo settimane di stabilità. A comunicarlo è il Cai – Consorzi Agrari d’Italia, in base alla rivelazione settimanale della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento per le contrattazioni fisiche dei prodotti agricoli.
Lo sblocco dell’export dall’Ungheria ha infatti allontanato il rischio scorte zero per il Paese. Il lieve rincaro del grano duro, che passa da 515 a 525 euro a tonnellata (+10 euro) è legato invece alla scarsa disponibilità di prodotto per le minori produzioni dei paesi che guidano il mercato, Canada in primis.
Rispetto alla scorsa settimana, il costo del grano tenero è salito di 6 euro a tonnellata (tra i 408 e i 417 euro), mentre il mais è stabile a 405 euro, così come l’orzo fermo a 384 euro. L’impennata del prezzo del grano tenero registrata nell’ultima settimana, prima dell’inizio della guerra, è del 32,9%, mentre del 41% il mais.
Il nostro paese importa il 64% del grano tenero per pane e biscotti, il 44% di grano duro per la pasta, 47% di mais e 73% di soia.