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“Non c’è sostenibilità senza condivisione”: l’intervista

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Filippo Capurso, Sustainability Coordinator di Andriani, illustra gli obiettivi in chiave sostenibile dell’Azienda

Iniziamo con questa intervista a Filippo Capurso, Sustainability Coordinator di Andriani Spa Società Benefit, tra le realtà più importanti nel settore innovation food, una serie di incontri con realtà im­prenditoriali che hanno fatto della sostenibilità uno dei valori fondanti del loro agire. Lo scopo è met­tere in luce le buone pratiche e gli esempi positivi di aziende del settore pasta, rendendo esplicite le azioni quotidiane a supporto della sostenibilità, con l’obiettivo di ispirare, suggerire e motivare.

Siete un‘eccellenza nel settore e il vostro pay off “Natural Innovators for Conscius Food” dichiara apertamente una spiccata tensione all’innovazione. Questa, insieme alla sostenibilità, sono spesso associate e presentate come condizioni imprescindibili per affrontare le sfide del futuro. Quanto, secondo Lei, c’è una relazione virtuosa tra questi due aspetti del fare impresa?

«L’espressione “Natural Innovators for Conscious Food” sottolinea la consapevolezza di trovarci in un mondo in cui gli ecosistemi naturali e sociali sono sempre più fragili, cosa che in larga parte dipende direttamente dalle nostre attività quotidiane. Percepiamo la forte urgenza di innovazione nel settore agro-alimentare e siamo convinti che, in quanto “agenti del cambiamento”, dobbiamo condividere una semplice idea: l’impegno di tutti noi è indispensabile nella misura in cui ognuno è responsabile del proprio operato nei confronti delle generazioni future. La coltivazione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo di cibo sano e sicuro sono aspetti imprescindibili rispetto alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile. In questo scenario, i concetti di sostenibilità ed innovazione sono sempre più collegati e al servizio l’uno dell’altro per consentire nuovi modelli produttivi e di consumo che abbiano impatti positivi sull’intero ecosistema».

Qual è stato il percorso che vi ha portato verso la sostenibilità e fino a diventare Società Benefit?

«Il percorso in favore di un operare più sostenibile, intrapreso dal Gruppo Andriani, va nella direzione di un contributo sempre più importante alla consapevolezza e alla responsabilità che identificano, prima di tutto, un impegno che cresce gradualmente e che aggiunge elementi di sostanza, oltre che di forma, a un chiaro posizionamento strategico di lungo termine. In Andriani testimoniamo il nostro impegno per la sostenibilità attraverso un approccio che oggi si fonda su diversi aspetti, tra cui un modello di business sostenibile sempre più orientato alla creazione di valore condiviso per i nostri stakeholder e a una prospettiva di impatto che si fonda sul contributo ai goal dell’Agenda 2030; una strategia  basata su un piano strategico di sostenibilità di medio/lungo termine; una corporate governance partecipata e aperta ai temi della diversità e dell’inclusione, potenziata da un Comitato Etico. Infine, un’attività di corporate reporting in continua evoluzione. La definizione, avviata nel 2018, di un team che oggi presenta sei specialisti in materia di sviluppo sostenibile, ha reso possibile il potersi occupare dei vari aspetti della sostenibilità all’interno delle diverse funzioni aziendali. Lo sviluppo sostenibile è un tema da sempre molto sentito dai vertici aziendali, quindi abbiamo potuto godere di un forte endorsement: c’è la volontà di fare e molta condivisione di valori e di intenti. La condivisione è un aspetto fondamentale, perché le azioni, le iniziative – anche organizzative e di governance – prendono valore solo se pienamente condivise. Alla base c’è l’etica d’impresa che si è rinforzata con l’acquisizione del nuovo status di Società Benefit».

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