La filiera alimentare è chiamata a supportare e contribuire al processo di efficientamento dei processi produttivi
Il 2021 si è chiuso con gli esiti della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che con risultati dichiarati molto deludenti da alcune parti, molto sfidanti da altre, ha di fatto ulteriormente sancito ciò che almeno in Italia e in Europa era evidente da tempo: i temi della lotta ai cambiamenti climatici e della sostenibilità a lungo termine delle attività produttive sono e saranno al centro delle priorità strategiche delle istituzioni internazionali e dei governi nazionali negli anni a venire. L’Ue, da parte sua, aveva già dato un segnale forte in questa direzione con la presentazione del Green Deal Europeo, fissando obiettivi estremamente sfidanti da qui al 2050, alcuni dei quali direttamente centrati sulla filiera agroalimentare e sull’agricoltura in particolare.
In questo quadro, l’agricoltura continua di fatto a essere vista come una delle attività produttive a maggiore impatto, alla quale saranno chiesti sforzi proporzionalmente maggiori ed obiettivi particolarmente ambiziosi in termini di riduzione degli input ed efficientamento dei processi. E l’intera filiera alimentare, industria e distribuzione in primis, sarà impattata dai cambiamenti che ne deriveranno e sarà chiamata a supportare e contribuire al controllo di questo percorso.
Per le aziende del settore la strada è tracciata e restarne fuori non potrà essere una scelta. Ai “capifiliera” spetterà il ruolo di guidare questo percorso, all’interno degli ambiti definiti dalle normative di riferimento, indirizzando gli altri attori della filiera e studiando e facendosi carico dei meccanismi utili a monitorarne la realizzazione a tutti i livelli. Nuove tecnologie e data revolution sono in grado di fornire gli strumenti per consentire la scelta e l’adozione di soluzioni mirate, il monitoraggio real time della quasi totalità dei processi, a partire dalla fase agricola sino agli scaffali della distribuzione. Lo smart farming a guida e monitoraggio delle operazioni di campagna, il foodtech e l’IoT per la rilevazione e la trasmissione dei dati a tutti gli altri livelli della filiera, gli applicativi di Business Intelligence ed Artificial Intelligence per la lettura e la valorizzazione degli stessi dati anche in ottica previsiva, sino ai sistemi di BlockChain che consentiranno di “bloccare”, garantire e condividere le informazioni raccolte all’intera catena di approvvigionamento. Gli impatti di questo mix di tecnologie sull’organizzazione delle filiere, sulla loro efficienza, e in ultimo sulla loro sostenibilità sia ambientale sia economica, è potenzialmente enorme, tanto più se si pensa che i tassi di penetrazione della maggior parte di questi strumenti tra le aziende sono ancora molto limitati.
di Enrica Gentile
Co-Founder & CEO Areté Srl
The Agri-food Intelligence Company
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