Tra le diverse declinazioni del Green Deal, anche la necessità di investire nella ricerca e impego di packaging bio
In Italia, come noto, le vendite di prodotti biologici sono in costante crescita: circa 23 milioni di famiglie italiane ne hanno acquistati almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. I prodotti bio sono quindi una componente importante del carrello della spesa degli italiani e le azioni in favore della sostenibilità che le imprese portano avanti hanno sempre maggior eco sull’agroalimentare italiano. Anche gli incontri e i partecipanti al recente evento Sanatech 2021 hanno confermato questo trend, ma soprattutto hanno evidenziato l’impegno crescente delle aziende – non solo biologiche – nella transizione verso un packaging ecosostenibile, abbandonando plastica monouso in favore di materiai riciclati, riciclabili e ottenuti da fonti rinnovabili.
In questo modo, le imprese vanno incontro alle nuove richieste dei consumatori che nello scegliere un prodotto biologico valutano e pesano sempre più due elementi: l’origine dello stesso e le caratteristiche della confezione. E proprio in merito al packaging, gli aspetti maggiormente considerati sono l’effettiva sostenibilità dei materiali, la leggerezza, l’assenza di imballaggio eccedente, le informazioni sull’etichetta – anche su come e dove riciclarlo – e l’impatto ambientale del prodotto.
Il packaging della pasta
Tradizionalmente, il confezionamento della pasta (secca), è sempre avvenuta con due categorie di imballaggi: astucci di cartoncino e sacchetti di plastica. I primi, in teso bianco o grigio, sono i più usati per il confezionamento della pasta secca premium: si tratta di cartoncino di spessore variabile (320-330g/mq) talvolta finestrato per lasciare intravedere il contenuto della confezione. Viceversa, i sacchetti di plastica (anche detti flow pack) sono in genere costituiti da un doppio film in polipropilene nelle due tipologie OPP, per il film esterno, e PP per quello interno. Il film è a chiusura termica e limita l’ingresso dell’ossigeno.
Negli ultimi anni, diverse aziende italiane operanti nel settore della produzione di pasta secca hanno proposto soluzioni ecocompatibili per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi. Esteticamente piacevoli, contengono elementi che identificano nell’immediato non solo l’azienda, ma anche i valori che questa vuole trasmettere, illustrandone la storia e la filiera produttiva, facendo risaltare le caratteristiche del prodotto. Ma identificare e raccontare non è sufficiente: l’esperienza tattile crea una memoria che consenta al consumatore di ri-cordare (riportare al cuore e non solo alla mente) l’alimento e chi lo produce.
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