Un percorso collettivo che va condiviso e interpretato. Le aziende devono poter contare su figure professionali in grado di accompagnare. Una figura professionale che accompagna la transizione in modo idoneo, efficace e personalizzato.
Sono esperti di gestione dei processi, ascoltatori attivi, lucidi analisti e, soprattutto, sanno orchestrare capacità e competenze interne ed esterne all’azienda. Una figura complessa, quella del Sustainability Manager, spesso interpretata erroneamente in modo verticale, che si sta sempre più affermando come ruolo chiave nei processi aziendali volti a integrare la sostenibilità nel modello di business.
Non sempre le aziende sono strutturate in modo da potersi dotare internamente di una figura specifica, dedicata alla gestione della sostenibilità, e quindi si affidano spesso a temporary manager e consulenti. In questi casi è ancora più importante riuscire a individuare professionisti in grado di mettere in campo competenze, esperienza ma soprattutto la giusta sensibilità per entrare nei processi in modo costruttivo. Che sia interna o esterna all’impresa, è ormai evidente la necessità di poter contare su una professionalità che sappia affrontare le sfide e le opportunità che quei business che intendano e possano definirsi sostenibili si trovano a fronteggiare.
Sustainability Manager: obiettivi e compiti
Compito del Sustainability Manager non è, o meglio non è solo, quello di garantire la conformità alle normative ambientali, energetiche e di sicurezza. La capacità di individuare, e poi mettere in atto, una strategia e un piano di interventi che portino l’azienda verso la creazione di valore sui suoi 6 capitali (ambientale, umano, produttivo, relazionale, intellettuale e finanziario), la misurazione puntuale degli impatti che ne conseguono e la relativa rendicontazione sono, infatti, i cardini delle responsabilità che il ruolo comporta.
Un compito che non può essere svolto in modo isolato e autonomo ma che, inevitabilmente, prevede la presenza di un team interfuzionale e interdisciplinare, capace di lavorare per obiettivi chiari e condivisi. Il ruolo ha, inoltre, una necessaria componente maieutica: il Sustainability Manager deve saper coinvolgere molte altre funzioni e professionalità interne ed esterne all’azienda e deve saper individuare, e far emergere, tutti quegli elementi e quegli atteggiamenti che contribuiscono alla creazione del valore, anche laddove questi sono sottostimati o non considerati significativi, situazione molto più frequente di quanto non si pensi.
È un lavoro di analisi e osservazione il suo, che passa attraverso una necessaria fase di condivisione di principi, valori aziendali, obiettivi e, non ultimo, di un lessico comune. Il Sustainability Manager è quindi, prima di tutto, un formatore, un divulgatore, un evangelista della sostenibilità in azienda. Ne esplica le dinamiche, ne condivide il gergo e le finalità affinché l’azienda, nella sua interezza, possa contribuire a, e indirizzarsi verso, obiettivi compresi e condivisi.
Il Sustainability Manager vive la sostenibilità, non la applica. Non a caso, non è raro che chi svolge questa professione lo consideri la realizzazione di una sensibilità e di interessi pregressi che hanno caratterizzato la sua vita personale prima che professionale, in tempi in cui questi temi, purtroppo, non erano ancora argomento diffuso e urgente.
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